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La Regola del Quadro – Lee Jung-Myung

Autore: Lee Jung-Myung

Editore: Frassinelli

Anno di pubblicazione: 2016

Lee Jung-Myung è uno degli autori coreani piú acclamati in patria.

I suoi sono romanzi storici, dal tocco poetico, e in Italia per ora sono stati pubblicati La regola del quadro e La guardia, il poeta e l’investigatore.

 

 

Voglio raccontarvi una storia

La storia lunga e segreta di un volto,

un volto di cui avrei dovuto essere maestro, senza però riuscirci

Un volto su cui avrei voluto eccellere, senza però riuscirci

Un volto che avrei tanto voluto accarezzare, senza però riuscirci

Un volto che avrei voluto dimenticare, ma che non ho mai dimenticato…

Non voglio dipingere forme, ma anime

Non l’esterno, bensí l’interno

Non l’apparenza, bensì l’essenza

 

Così comincia il racconto di un oramai anziano Kim Hongdo, che ci rende parte della storia sua e di Sin Yunbok, in un giorno in cui i ricordi lo assalgono davanti a un foglio bianco.

 

La “Regola del quadro” è ispirato alle vite di due famosi pittori realmente esistiti nella Corea del Settecento, e racconta una delle possibili soluzioni alla scomparsa di uno dei due.

Kim Hongdo, maestro alla Reale Accademia di Pittura, luogo in cui i preconcetti dell’arte e del colore sono rigidi e perpetrati nel tempo senza alcun cambiamento, durante una delle sue lezioni incontra uno dei nuovi apprendisti, Sin Yunbok, e la sua filosofia, completamente opposta ai canoni dell’epoca, il suo volto, da cui rimane estasiato, e il suo talento, lo affascinano, cosí che, nel momento in cui uno dei suoi dipinti viene reputato volgare e contro i canoni e le regole dell’Accademia, Hongdo si ritrova a voler difendere quel ragazzo dal talento di un genio.

La trama segue la vita dei due all’Accademia Reale, e, nella seconda parte del libro, quando il Re chiede a Hongdo di riaprire le indagini su un duplice omicidio di 10 anni prima, e di ritrovare un quadro, collegato ai crimini, la trama assume tratti noir.

Una vecchia amicizia lega Hongdo a quegli omicidi, e il quadro misterioso nasconde un’oscuro segreto.

I due, non piú maestro e allievo, ma amici e rivali, verranno a conoscenza della verità dietro quegli eventi passati, rivelando il mistero che circonda Yunbok dalla sua nascita.

 

I personaggi principali sono proprio i due pittori, legati dal loro passato e dal pensiero rivoluzionario di entrambi. Sono due facce della stessa medaglia, che si attraggono a vicenda.

Kim Hongdo, uomo acclamato per i suoi lavori e preferito dell’attuale Re, insegna all’Accademia Reale, insegnando le basi del Tohwaso ai futuri pittori, ma a modo suo, essendo un genio ribelle accettato a malapena dal Consiglio dell’Accademia.

Ha spesso un temperamento brusco e focoso. Odia essere manovrato ed ha un gran senso di protezione e affetto verso il suo allievo,

È un personaggio limpido, dalla mente acuta e sincero.

E questo si riflette nelle sue opere, piene di forza e di realtà quotidiana.

I simboli che vi inserisce richiamano ciò che si vede, non nascondono nulla che riguardi l’autore.

 

Il secondo protagonista, Sin Yunbok, è un’ apprendista all’Accademia, che con le sue idee, rivoluzionarie per l’epoca, utilizza il colore e dipinge figure femminili, entrambi reputati volgari per un Pittore di Corte, che avrebbe avuto l’onore di partecipare al ritratto del Re.

Yunbok è impulsivo e ribelle quando si tratta della sua arte. Non intende sottostare alle regole del Tohwaso e quindi persegue le sue opere nel suo unico modo, dipingendo l’anima delle cose e rischiando l’espulsone dall’Accademia e il disprezzo degli altri artisti.

Ha un carattere particolare, dalle mille sfumature, ed è un personaggio misterioso e lunatico, molto malinconico, ma dall’enorme forza d’animo nel perseguire i suoi scopi.

Di lui si conoscono bene i suoi quadri, ma non il suo passato, che nasconde dietro ai significati celati nei suoi dipinti.

 

L’ambientazione storica, 700, Corea, è resa alla perfezione dalle descrizioni e dai dialoghi, dal gusto un po’ antico. Le scene sono popolate da personaggi e elementi tipici dell’epoca,  che il lettore può comprendere grazie al Glossario, a fine libro.

Lo stile dell’autore ricorda un’opera noir in certi tratti, e la sua attenzione ai dettagli descrittivi rende il libro stesso un’opera d’arte.

L’attenzione minuziosa per ogni opera che i protagonisti creano o vedono è la sua piú grande particolarità, che rende il libro unico nel suo genere. Ogni dettaglio artistico e storico, persino le varie tecniche pittoriche usato, è spiegato e descritto  attraverso gli occhi e la mente del narratore, che principalmente è Kim Hongdo, colui che narra la sua storia, e ogni tanto il secondo artista, piú altri, di cui vengono analizzati i pensieri, la personalità e il passato.

I dialoghi stessi sono parte di questa analisi, e le frasi dette dai protagonisti di questa opera sono anch’essi piccole opere d’arte, costruiti alla perfezione, ironici e seri a seconda del contesto e sempre improntati alla riflessione su argomenti che in quell’epoca erano tabú.

Un piccolo difetto può essere considerata la leggerissima confusione provocata, all’inizio, dal passaggio tra i due tempi in cui viene narrata la storia (gli anni all’Accademia e le indagini per conto del Re), che vengono alternati alcune volte nella prima parte del libro, ma quando se ne capisce la dinamica la trama scorre in modo piú che comprensibile.

 

La Regola del Quadro è una lettura poetica in ogni sua parte, le descrizioni stesse seguono il tema del libro, i quadri, l’arte, creando immagini che potrebbero benissimo essere dipinte, e che portano il lettore a immergersi completamente nelle vicende.

I personaggi subiscono un’analisi cosí profonda che non si può fare a meno di empatizzare con loro.

I dialoghi squisiti, assieme alle bellissime descrizioni, sia quelle generali che quelle dei quadri che popolano ogni pagina, sono i punti piú forti di questo libro.

Mi sono piaciuti molto anche i personaggi, profondi e pieni di talento e voglia di mostrarsi per ciò che sono.

L’ho inizialmente presa come una lettura leggera, di passaggio tra una lunga saga e l’altra, ma ho finito per sorprendermi, rimanendo estasiata.

Leggere “La regola del quadro” è stato come riempirsi di poesia immergendosi in un quadro fatto di parole, ed è stato un viaggio piacevole e pieno di scoperte, senza mancanza di colpi di scena.

Chiunque abbia interesse per l’arte, soprattutto pittorica, apprezzerà il doppio questo libro, che è comunque in grado di appassionare anche qualcuno che non ne sa nulla.
*Tohwaso: termine coreano per l’Accademia e ciò che la riguarda

2 pensieri riguardo “La Regola del Quadro – Lee Jung-Myung

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